Adeguamento antincendio edifici scolastici. Nuova proroga in arrivo? Anche il “Governo del Cambiamento” conferma che siamo il paese delle proroghe, anzi delle mille proroghe...
Il Senato, in particolare la 1a Commissione, ha recentemente approvato un emendamento che differirebbe al 31 dicembre 2018 il termine per la prima fase (sic!) di adeguamento degli edifici scolastici di ogni ordine e grado, compresi gli asili nido; il termine precedente era fissato al 31 dicembre 2017.
ADEGUAMENTO ANTINCENDIO EDIFICI SCOLASTICI
by logoskaimetis on settembre 5, 2018
Ora, a parte che siamo a settembre 2018 ed è quindi presumibile che a breve dovranno cominciare a pensare ad una nuova proroga, è lecito fare alcune riflessioni.
― Logos Kai Metis
Qualche giorno fa il Sindaco di Messina con apposita Ordinanza ha chiuso tutte le scuole, dopo una serie di sopralluoghi e confronti con i Vigili del Fuoco.
L'Ansa riporta che la chiusura sarebbe finalizzata ad “individuare, entro 7 giorni, le certificazioni di cui è provvisto ogni singolo immobile e di acquisire un quadro riguardante eventuali istanze di finanziamento presentate o eventuali somme per interventi da fare”.
L'Ansa riporta che la chiusura sarebbe finalizzata ad “individuare, entro 7 giorni, le certificazioni di cui è provvisto ogni singolo immobile e di acquisire un quadro riguardante eventuali istanze di finanziamento presentate o eventuali somme per interventi da fare”.
il Prefetto,
ha convocato la solita riunione, presenti decine di referenti, per trovare una opportuna soluzione al problema, al termine della quale, tutti soddisfatti, è emerso che:
- l'ordinanza ha consentito di effettuare una ricognizione puntuale della situazione degli edifici scolastici (in 7 giorni?);
- saranno a brevissimo termine (cioè quando?) avviate le indagini per la redazione delle schede “AEDES” (che riguardano la sicurezza sismica... e l'antincendio? e la sicurezza degli impianti? e le barriere architettoniche? e la disponibilità di palestre e strutture sportive pertinenziali?);
- Comune e Provincia, su invito del Prefetto, in caso di verifiche negative, dovranno individuare con urgenza (cioè in quanti giorni?) valide soluzioni alternative (sperando che siano a loro volta agibili...) che consentano di garantire lo svolgimento delle lezioni.
- l'ordinanza ha consentito di effettuare una ricognizione puntuale della situazione degli edifici scolastici (in 7 giorni?);
- saranno a brevissimo termine (cioè quando?) avviate le indagini per la redazione delle schede “AEDES” (che riguardano la sicurezza sismica... e l'antincendio? e la sicurezza degli impianti? e le barriere architettoniche? e la disponibilità di palestre e strutture sportive pertinenziali?);
- Comune e Provincia, su invito del Prefetto, in caso di verifiche negative, dovranno individuare con urgenza (cioè in quanti giorni?) valide soluzioni alternative (sperando che siano a loro volta agibili...) che consentano di garantire lo svolgimento delle lezioni.
Con molta sensibilità, il Rettore dell’Università degli Studi di Messina e la Curia Arcivescovile hanno manifestato la disponibilità di aule delle proprie strutture da utilizzare nel caso sia necessario e per un periodo limitato (giusto i pochi mesi che servono per programmare diverse decine di milioni di euro di spesa, reperire i fondi, predisporre i progetti, esperire gli appalti, eseguire le opere, acquisire certificazioni ed autorizzazioni).
Sarà vero?
In tutta questa saggezza di contenuti, l'unico che ha dato una data certa è il dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale che ha tenuto a precisare che, comunque, il 12 settembre cominciano le attività didattiche.
STAREMO A VEDERE... anche se, dal punto di vista del diritto amministrativo sarà interessante leggere il provvedimento con cui verrà autorizzata la riapertura delle scuole.
STAREMO A VEDERE... anche se, dal punto di vista del diritto amministrativo sarà interessante leggere il provvedimento con cui verrà autorizzata la riapertura delle scuole.
Purtroppo, nella situazione del Comune di Messina versa la totalità dei Comuni italiani.
Dal 1996, anno di istituzione dell'Anagrafe dell'Edilizia Scolastica, nel 2016, dopo appena 20 anni, sono stati presentati i risultati del censimento, da cui, tra le altre cose, si evince che il 50% degli oltre 42mila edifici censiti sono stati costruiti prima del 1971, data di entrata in vigore della prima normativa che rendeva obbligatorio il certificato di collaudo statico.
Ciò significa che per 21mila edifici non abbiamo neanche un pezzo di carta che ci racconti qualcosa della sua fase costruttiva e questo dato deve far riflettere.
Nel 2016 veniva annunciata una presunta disponibilità di 3,5mld di euro per l'edilizia scolastica, ovvero la somma straordinaria di circa 83mila euro per ogni edificio censito (e per quelli non censiti?).
Ciò significa che per 21mila edifici non abbiamo neanche un pezzo di carta che ci racconti qualcosa della sua fase costruttiva e questo dato deve far riflettere.
Nel 2016 veniva annunciata una presunta disponibilità di 3,5mld di euro per l'edilizia scolastica, ovvero la somma straordinaria di circa 83mila euro per ogni edificio censito (e per quelli non censiti?).
Allora quale può essere il problema?
Uno può essere sicuramente la Programmazione: un ente locale medio, con 20/30 edifici scolastici non può pensare di fare tutto e subito, ma deve sapere COSA fare e QUANDO lo deve fare, con QUANTA spesa e in QUALE modalità.
Il secondo può essere la disponibilità di fondi: il taglio dei trasferimenti statali e regionali “obbliga” gli enti locali a destinare gli stanziamenti sulla spesa corrente e riduce la disponibilità di finanziare gli investimenti.
Il terzo può essere la capacità di spesa: per anni le spese di investimento sul patrimonio scolastico sono state assoggettate ai vincoli del Patto di Stabilità interno ed i fondi ripartiti su base regionale, con procedure lunghe e spesso non mirate alle effettive esigenze degli enti locali, soprattutto i più piccoli.
L'ultimo, ma probabilmente il più importante, è sicuramente culturale: quando capiremo che occorre cominciare a demolire e ricostruire, con tecnologie moderne ed efficaci, sarà sempre troppo tardi.
Il secondo può essere la disponibilità di fondi: il taglio dei trasferimenti statali e regionali “obbliga” gli enti locali a destinare gli stanziamenti sulla spesa corrente e riduce la disponibilità di finanziare gli investimenti.
Il terzo può essere la capacità di spesa: per anni le spese di investimento sul patrimonio scolastico sono state assoggettate ai vincoli del Patto di Stabilità interno ed i fondi ripartiti su base regionale, con procedure lunghe e spesso non mirate alle effettive esigenze degli enti locali, soprattutto i più piccoli.
L'ultimo, ma probabilmente il più importante, è sicuramente culturale: quando capiremo che occorre cominciare a demolire e ricostruire, con tecnologie moderne ed efficaci, sarà sempre troppo tardi.